Cabaret Italia by Edmondo Berselli

Cabaret Italia by Edmondo Berselli

autore:Edmondo Berselli
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2020-03-03T12:00:00+00:00


Il mistero di Cipputi

Adesso si tratterebbe di capire il mistero Altan, finalmente. Perché sono passati quasi trent’anni dalla nascita di Cipputi, dato che la prima vignetta apparve nel maggio del 1976 su l’«Uno», inserto di «Linus», e quindi dovrebbe essere arrivato il momento. Ed è vero che agli inizi anche il nome del protagonista di questa saga operaia è incerto (Cipputo, Cipponi, Cesputi), ma insomma lo spirito era già quello.

Il mistero dunque sarebbe questo. Che attraverso le parole e le immagini di Altan si capisce benissimo che il disegnatore Altan, l’eccelso battutista Altan, il politologo Altan, il critico del costume Altan (eccetera eccetera: bisognerebbe aggiungere il filosofo, lo psicologo, l’editorialista, il sociologo e ancora altro), insomma, Altan e ci siamo capiti, è uno della vecchia guardia. Come direbbero oggi i pensatori politici più attrezzati, un oltranzista, un massimalista. Oppure, semplicemente, un comunista.

Un tipo misteriosamente fuori moda, Altan, che però riesce a essere perfettamente puntuale, praticamente medianico, con tutto ciò che è moderno, con il famoso nuovo che avanza, riesce a intuirlo, a fissarlo con gli spilli del sarcasmo, e tuttavia a comprenderlo sino in fondo. Nel ripercorrere il suo ampio catalogo di vignette di questi trent’anni si capisce che ha una visione davvero antimoderna, dove la società è divisa in classi, e la classe operaia ha il pregio antico di avere grande consapevolezza di sé, come potrebbe dire un filosofo d’altri tempi, facciamo un Lukács, e del fatto di prenderlo costantemente, come direbbe invece lui Altan, nel didietro.

Già, la classe operaia, altro mistero. Qui ci si addentra in una specie di matrioska. Misteri dentro misteri, enigmi dentro enigmi, come si diceva una volta del Cremlino. Classe operaia, capito? Guardate la definizione sul vocabolario. In sintesi: entità sociale semisconosciuta alle generazioni giovani, sorpassata e brutalizzata nella gerarchia sociale da una quantità di processi e fenomeni sociali, culturali, mediatici, industriali e postindustriali. Superata dagli yuppie, dai brand manager, dal marketing, dalla concorrenza, dalla produttività, dal lavoro flessibile, dal liberismo, e semplicemente dal mercato. Soggetto politico, la classe operaia, che nel momento della disperazione, mentre scomparivano i partiti che dovevano rappresentarla, si è messa anche a votare praticamente a casaccio, vuoi per i rifondatori del comunismo vuoi anche per la destra, evidentemente sperando che nel festino dei nuovi ricchi ci fosse qualche avanzo anche per i poveri.

Ora, votare per Rifondazione comunista è un gesto anche esteticamente apprezzabile, tant’è vero che non c’è un leader più naturalmente elegante di Fausto Bertinotti, se non esagera stilisticamente (per la verità risulta comunque bilanciato dal fatto che prima i capi rifondatori erano Cossutta e Garavini, esempio di austerità da politbjuro o da praesidium moscovita anche nell’abbigliamento, e non solo: è noto infatti che anche dopo la caduta del socialismo reale e la metamorfosi del Pci Cossutta ha continuato a usare un rasoio elettrico in ghisa di fabbricazione sovietica, frutto di non si sa quale fallito piano quinquennale, pesante un chilo).

Mentre buttarsi a destra, come è capitato alle elezioni del 2001, è stata una specie di freddura da



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